Comunicato Stampa
Bolle di stelle nuove fiammanti
06 Febbraio 2019
Questa regione abbagliante di stelle in formazione nella Grande Nube di Magellano (LMC) è stata catturata dallo strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) installato sul VLT (Very Large Telescope) dell'ESO. La quantità relativamente piccola di polvere in LMC e la vista acuta di MUSE hanno permesso di individuare i dettagli intricati della regione in luce visibile.
La Grande Nube di Magellano è una galassia satellite della Via Lattea, meglio visibile dall'emisfero australe. A soli 160.000 anni luce dalla Terra, è praticamente sulla soglia di casa nostra. Oltre a essere vicino a noi, il singolo braccio a spirale di LMC appare quasi di fronte, permettendoci di ispezionare facilmente regioni come N180 B.
Le regioni H II sono nubi interstellari di idrogeno ionizzato - i nuclei nudi degli atomi di idrogeno. Queste regioni sono incubatrici stellari e le stelle massicce appena formate sono responsabili della ionizzazione del gas circostante, rendendole spettacolari. La forma distintiva di N180 B è costituita da una gigantesca bolla di idrogeno ionizzato circondata da quattro bolle più piccole.
All'interno di questa nube luminescente, MUSE ha individuato un getto emesso da una stella nascente - un enorme oggetto stellare giovane con una massa pari a 12 volte quella del nostro Sole. Il getto - chiamato Herbig-Haro 1177, o HH 1177 in breve - è mostrato in dettaglio nell'immagine di accompagnamento. Questa è la prima volta in cui si osserva un getto di questo tipo in luce visibile al di fuori della Via Lattea, poiché di solito sono oscurati dai loro ambienti polverosi. Tuttavia, l'ambiente relativamente privo di polvere dell'LMC consente di osservare HH 1177 alle lunghezze d'onda visibili. Con una lunghezza di circa 33 anni luce, è uno dei getti di questo genere più lunghi mai osservati.
HH 1177 ci parla dell'infanzia delle stelle. Il fascio è altamente collimato; si allarga appena nell'allontanarsi dalla stella. Getti come questo sono associati ai dischi di accrescimento della stella e possono far luce su come le stelle nascenti raccolgono materia. Gli astronomi hanno scoperto che le stelle, sia di grande che di piccola massa, lanciano getti collimati come HH 1177 attraverso meccanismi simili - suggerendo che le stelle massicce possono formarsi nello stesso modo delle loro controparti di piccola massa.
MUSE è stato recentemente migliorato notevolmente con l'aggiunta dell'Adaptive Optics Facility, la cui modalità a grande campo ha visto la prima luce nel 2017. L'ottica adattiva è il processo attraverso il quale i telescopi dell'ESO compensano gli effetti di sfocatura causati dall'atmosfera - trasformando le stelle scintillanti in immagini molto nitide ad alta risoluzione. Da quando questi dati sono stati ottenuti, grazie all'aggiunta della modalità a campo stretto MUSE ha una vista acuta quasi come quella del telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA - con il potenziale per esplorare l'universo in modo più dettagliato che mai.
Ulteriori Informazioni
Lo studio è stata descritto nell'articolo dal titolo “An optical parsec-scale jet from a massive young star in the Large Magellanic Cloud” pubblicato sulla rivista Nature.
Il gruppo di ricerca era composto da A.F. McLeod (che ha condotto questa ricerca mentre era all'Università di Canterbury, in Nuova Zelanda e ora è affiliato con il Dipartimento di Astronomia, Università della California, Berkeley, e il Dipartimento di Fisica e Astronomia, Texas Tech University, USA), M. Reiter (Dipartimento di Astronomia, Università del Michigan, Ann Arbor, USA), R. Kuiper (Istituto di Astronomia e Astrofisica, Università di Tubinga, Germania), P.D. Klaassen (UK Astronomy Technology Centre, Royal Observatory Edinburgh, Regno Unito) e C. J. Evans (UK Astronomy Technology Centre, Royal Observatory Edinburgh, Regno Unito).
L'ESO (European Southern Observatory, o Osservatorio Australe Europeo) è la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e di gran lunga l'osservatorio astronomico più produttivo al mondo. È sostenuto da 16 paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, e Svizzera, oltre al paese che ospita l'ESO, il Cile e l'Australia come partner strategico. L'ESO svolge un ambizioso programma che si concentra sulla progettazione, costruzione e gestione di potenti strumenti astronomici da terra che consentano agli astronomi di realizzare importanti scoperte scientifiche. L'ESO ha anche un ruolo di punta nel promuovere e organizzare la cooperazione nella ricerca astronomica. L'ESO gestisce tre siti osservativi unici al mondo in Cile: La Silla, Paranal e Chajnantor. Sul Paranal, l'ESO gestisce il Very Large Telescope, osservatorio astronomico d'avanguardia nella banda visibile e due telescopi per survey. VISTA, il più grande telescopio per survey al mondo, lavora nella banda infrarossa mentre il VST (VLT Survey Telescope) è il più grande telescopio progettato appositamente per produrre survey del cielo in luce visibile. L'ESO è il partner principale di APEX e di ALMA, il più grande progetto astronomico esistente, sulla piana di Chajnantor. E sul Cerro Armazones, vicino al Paranal, l'ESO sta costruendo l'Extremely Large Telescope o ELT (significa Telescopio Estremamente Grande), un telescopio da 39 metri che diventerà "il più grande occhio del mondo rivolto al cielo".
La traduzione dall'inglese dei comunicati stampa dell'ESO è un servizio dalla Rete di Divulgazione Scientifica dell'ESO (ESON: ESO Science Outreach Network) composta da ricercatori e divulgatori scientifici da tutti gli Stati Membri dell'ESO e altri paesi. Il nodo italiano della rete ESON è gestito da Anna Wolter.
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Sul Comunicato Stampa
Comunicato Stampa N": | eso1903it-ch |
Nome: | LHA 120-N 180B |
Tipo: | Local Universe : Nebula : Type : Star Formation |
Facility: | Very Large Telescope |
Instruments: | MUSE |
Science data: | 2018Natur.554..334M |