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SPHERE dell’ESO rivela un esopianeta unico
06 Luglio 2017
Al giorno d’oggi, uno dei settori più stimolanti e appassionanti dell’astronomia è la ricerca di esopianeti, vale a dire altri mondi che orbitano intorno ad altre stelle. Di recente, utilizzando lo strumento SPHERE (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch instrument) installato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO, è stato scoperto l’esopianeta HIP 65426b. Situato a circa 385 anni luce da noi, HIP 65426b è il primo pianeta trovato da SPHERE [1] e risulta essere anche particolarmente interessante.
Il pianeta è caldo (tra 1000 e 1400 gradi Celsius), con una massa da sei a dodici volte quella di Giove. Sembra avere un’atmosfera molto polverosa, piena di nubi spesse e orbita intorno a una giovane stella molto calda, che ruota in maniera incredibilmente veloce. Curiosamente, vista la sua età, la stella non sembra essere circondata da un disco di detriti e l’assenza di un disco suscita interrogativi inaspettati anzitutto sul modo in cui il pianeta si sia formato. Il pianeta potrebbe essersi formato in un disco di gas e polvere e, quando il disco si è dissipato rapidamente, ha interagito con altri pianeti per poi spostarsi un’orbita più distante, dove lo ritroviamo adesso. Altrimenti, la stella e il pianeta potrebbero essersi formati insieme come un sistema binario in cui il componente più massiccio ha impedito all’altra potenziale stella di accumulare materia a sufficienza per diventare effettivamente una stella. La scoperta del pianeta offre agli astronomi l’opportunità di studiare la composizione e la posizione delle nubi nella sua atmosfera e di verificare le teorie relative alla formazione, evoluzione e fisica degli esopianeti.
SPHERE è un potente cercatore di pianeti installato sull’UT3 del VLT. Il suo scopo scientifico è quello di rilevare e studiare nuovi esopianeti giganti intorno a stelle vicine usando il metodo dell'osservazione diretta [2]. Questo metodo punta a catturare direttamente le immagini degli esopianeti e dei dischi di detriti intorno alle stelle, come se venisse scattata una fotografia. L'osservazione diretta è difficile perché la luce di una stella è talmente potente che la debole luce riflessa dai pianeti in orbita viene sommersa dalla luce della stella. Tuttavia, SPHERE è progettato in modo intelligente per superare tale ostacolo e cercare precisamente la luce polarizzata riflessa dalla superficie di un pianeta.
Questa immagine è stata catturata nell’ambito del programma di una survey chiamata SHINE (SpHere INfrared survey for Exoplanets). SHINE ha lo scopo di rappresentare 600 giovani stelle vicine nel vicino infrarosso, utilizzando l’elevato contrasto e l’alta risoluzione angolare di SPHERE per scoprire e caratterizzare nuovi sistemi planetari ed esplorare il modo in cui si sono formati.
Note
[1] Un precedente comunicato stampa dell’ESO aveva riportato un’osservazione di SPHERE che era stata interpretata come un pianeta. Tuttavia, tale interpretazione è stata messa in dubbio; perciò, HIP 65426b è attualmente la prima rilevazione attendibile di un esopianeta effettuata dallo strumento SPHERE.
[2] Quando perlustrano l’Universo alla ricerca di esopianeti, gli astronomi dispongono di numerosi strumenti. Molti metodi di rilevazione dei pianeti sono indiretti: gli astronomi possono rilevare la diminuzione rivelatrice della luminosità di una stella quando un pianeta vi transita di fronte o misurare la minuscola oscillazione nel moto di una stella, causata dalla spinta gravitazionale di un pianeta orbitante. Tuttavia, esiste un metodo più diretto per scovare un esopianeta: l'osservazione diretta.
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